Ca'Granda, la facciata su via Sforza

5. Il Sepolcreto

Il servizio mortuario nell’Ospedale Maggiore fu autorizzato sin dalla bolla di fondazione (1456) di papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1405-1464) e praticato entro il suo stesso recinto, già a partire dai primi anni di operatività effettiva dell’ospedale (1473). L’area destinata a Sepolcreto assunse dimensioni sempre più estese, sia perché di norma i morti negli ospedali non erano ammessi nei cimiteri delle chiese parrocchiali cittadine, sia perché quelli del nosocomio tumulati entro il recinto ospedaliero godevano di indulgenza.

Il 7 maggio 1473, il Capitolo della Ca’ Granda deliberò di far erigere un piccolo muro in prossimità della cappella dell’Annunciata (1473-1587), in origine posta sul versante nord-ovest dell’attuale Cortile d’Onore, per delimitare uno spazio destinato alla sepoltura dei degenti poveri deceduti in ospedale. Le ossa venivano poi depositate nel primitivo Sepolcreto, probabilmente sottostante alla cappella stessa.

Nel corso del Cinquecento, crescendo il numero degli infermi e di conseguenza quello dei defunti, l’area prativa all’interno del recinto ospedaliero fu adibita per una parte a foppone (fossa, in dialetto milanese) dove inumare i cadaveri. Il foppone veniva periodicamente svuotato e le ossa deposte nei sepolcreti dell’ospedale medesimo, detti brugna. Nel Seicento un nuovo Sepolcreto, noto in seguito con il nome di Brugna vecchia, venne costruito al di sotto della cripta della chiesa. Altre camere sepolcrali, la Brugna nuova, si realizzarono lungo il lato del Naviglio (ora via Francesco Sforza) e rimasero in uso sino a fine Seicento, come testimonierebbero le analisi al C14 condotte su alcuni campioni.

Fu soltanto a partire dall’ultimo decennio del XVII secolo, infatti, che si diede avvio alla costruzione di un cimitero fuori dalle mura cittadine. Detto “Nuovi sepolcri”, e ora noto come Rotonda della Besana, il sepolcreto fu posto in funzione nel luglio 1697: la Brugna vecchia, tuttavia, non venne mai completamente svuotata.

 

Nell’immagine: Particolare della facciata della Ca’ Granda su via Francesco Sforza. Foto di Vaclav Sedy, 2007.

 

qr code