In biblioteca a Città Studi

Un megateneo

Gli anni Ottanta segnano un punto di massima espansione per l’Università degli Studi di Milano.

Spazi e personale, docente e tecnico amministrativo, si rilevano nuovamente insufficienti per fronteggiare gli oltre 75 mila iscritti (a.a.1988-89), suddivisi in 22 corsi di laurea, 18 dipartimenti (con alcune importanti novità soprattutto nell’ambito scientifico), 118 istituti, 1.603 insegnamenti, 90 scuole di specializzazione e di perfezionamento, 77 corsi di dottorati e 48 centri di ricerca.

Di fronte all’evidente crescita esponenziale delle iscrizioni – soprattutto in una Regione come la Lombardia con un rapporto studenti universitari/popolazione inferiore alla media nazionale – l’Ateneo si “mobilità” alla ricerca di sempre nuovi spazi - come auditori o sale cinematografiche - da destinare a lezioni e attività formative, mentre si concludono due importanti settori didattici per Medicina presso gli Ospedali San Raffaele e Luigi Sacco.

Negli stessi anni si assiste alla fine del restauro dell’edificio di piazza S. Alessandro da destinare ai corsi di Lingue straniere, oltre all’acquisizione di nuovi spazi per Informatica (via Comelico), per Chimica organica (via Trentacoste) e per gli uffici amministrativi (Palazzo Greppi in via S. Antonio).

Sul piano prettamente formativo, nasce un fondo di potenziamento della didattica - basato sull’incremento dei contributi studenteschi – e viene introdotto il numero chiuso per alcuni corsi di studi, riproporzionando il carico didattico tra le varie aree disciplinari.

 

Foto di Vaclav Sedy, 2008