Luigi Mangiagalli

Il padre dell’Università degli Studi di Milano è senza dubbio Luigi Mangiagalli.

Medico ostetrico, eletto deputato al Parlamento italiano nel 1902 – nell’area della democrazia radicale – e successivamente Sindaco di Milano, Mangiagalli si fa fautore e portavoce di un progetto di modernizzazione cittadina che passa proprio attraverso la creazione di un’Università pubblica e moderna.

Nonostante le insofferenze della vicina Università di Pavia, nel 1906 Mangiagalli inaugura gli Istituti Clinici di Perfezionamento – fra cui la prima Clinica del Lavoro moderna - e sostiene la creazione di una vera e propria “Città degli Studi“, dove riunire in un’unica zona – anche  periferica di Milano – tutti gli istituti per l’istruzione superiore. I lavori per la “Città degli Studi” prendono l’avvio già nel 1915, per concludersi definitivamente nel 1927.

Ma è la Riforma Gentile del 1923 l’occasione per Mangiagalli per avviare il suo progetto di Università statale autonoma, con un primo nucleo di Ateneo, istituito nello stesso periodo, che riunisce gli istituti dell’Accademia Scientifico-Letteraria – da cui deriverà la facoltà di Lettere e Filosofia - e i corsi di formazione post laurea dell’Istituti Clinici di Perfezionamento.

E sempre grazie alla Riforma del ’23 – e alla possibilità di finanziare l’Università sia con fondi degli enti locali, fra cui il Comune di Milano a guida Mangiagalli,  sia con quelli della classe dirigente cittadina – che il 28 agosto 1924, presso la Prefettura di Milano, viene firmata la convenzione istitutiva dell’Università degli Studi di Milano, comprensiva delle quattro facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia e Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali.

La nuova Università - forte della prestigiosa tradizione degli istituti di formazione da cui discende - s’impone sin da subito per alta qualità del corpo docente. In particolare per Giurisprudenza si assiste a un vero e proprio “esodo” di illustri giuristi provenienti da tutta Italia, mentre gli iscritti passano dagli oltre 1.400 del primo anno di vita dell’Ateneo ai quasi 2 mila nell’a.a. 1928-29, divenendo la quarta Università italiana per numero d’iscritti, dopo atenei di più antica tradizione come Napoli, Roma e Padova.

 

La Regina Elena visita l’Ospedale Maggiore insieme a Gina Stucchi Prinetti, presidentessa della Commissione Visitatori e Visitatrici, Luigi Lanfranconi, presidente dell’Ospedale, e Luigi Mangiagalli (destra) - Foto per gentile concessione dell’Archivio Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.