24.11.2014
La sofferenza, non solo fisica ma anche spirituale, è insita nella condizione della malattia e spesso varca i confini dell’individuo per raggiungere quelli della mente e dello spirito, estendendosi anche a famigliari, amici e operatori sanitari quotidianamente in contatto con i pazienti.
La medicina non può e non deve considerare questi ultimi come “macchine da aggiustare”, ma come persone delle quali farsi carico in modo integrale.
Lo scopo del Convegno scientifico “Uniti per i pazienti” è stato quello di evidenziare i bisogni “globali” del malato, proponendo una serie di approcci efficaci non soltanto per la cura della patologia specifica ma anche per la presa in carico condivisa della sofferenza.
A questo scopo, dopo un inquadramento sulle direttrici istituzionali del Ministero della Salute e della Regione Lombardia in materia di sanità e cura, è stata proposta una testimonianza diretta di alcuni pazienti, propedeutica a un approfondimento sulla funzione formativa dell’Università rispetto alla ricerca applicata alla cura e alla “missione” terapeutica che pone il paziente al centro degli interventi nelle strutture specializzate.
Foto di Vaclav Sedy, 2008
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